N. 5 (1983): Immagine n.5 (Prima Serie)
* Alberto Farassino, Frammenti neuropatologici, p. 1.
“La neuropatologia” (1908) è registrato dagli storici come il primo film scientifico italiano. A realizzarlo è stato il neurologo Camillo Negro. Del film si conservano oggi un episodio, inserito da Virgilio Tosi nel suo film metodologico sul pioniere del cinema scientifico Roberto Omegna, e due piccole bobine, nelle quali sono contenuti dei frammenti qui descritti per la prima volta.
* Alfredo Baldi, I documentari della Cines, p. 5.
La nomina di Emilio Cecchi a direttore artistico della Cines, avvenuta nel 1932, diede un particolare impulso alla produzione di documentari nel corso del biennio 1932-1933. Fra questi “Assisi” di Alessandro Blasetti, “Tara” di Ivo Perilli e “Il ventre della città” di Francesco Di Cocco. Nel 1933 cessa l’attività della Cines, divenuta in questa data proprietà dell’IRI: i suoi stabilimenti furono affittati ad altre produzioni.
* Vittorio Martinalli, Carteggio Bracco-Troncone, p. 11.
Nel corso degli anni ’10, all’interno del processo di “nobilitazione” del cinema, si ricorse alla trasposizione cinematografica delle opere dei grandi nomi del teatro e della letteratura. Un esempio di questa pratica fu il sodalizio tra Roberto Bracco e Roberto Troncone, eminente autore teatrale il primo, direttore della casa di produzione Partenope-film il secondo. L’analisi del loro carteggio testimonia, tra l’altro, il clima di competizione che esisteva fra le case produttrici per l’ingaggio dei nomi più prestigiosi.
* Ermanno Comuzio, Bergamo 1896: polemiche prima dell’arrivo del cinema, p. 17.
L’annuncio dell’arrivo del cinema a Bergamo fece scoppiare un’accesissima polemica tra due giornali locali, L’Unione e La Gazzetta Provinciale di Bergamo. La causa del contendere era se fosse “cinetografo” o “cinematografo” il modo etimologicamente più corretto per denominare l’apparecchio che permetteva la proiezione di fotografie in movimento. La polemica rimanda ad un problema storiografico ben più interessante: se cioè si trattasse di apparecchi Edison o Lumière.
* Elaine Mancini, Lettura di un film italiano antifascista, p. 21.
Analizzando il film “Porto” (1935) di Amleto Palermi, Elaine Mancini dimostra come sotto il Fascismo, a differenza dell’opinione corrente, la cinematografia italiana fosse riuscita a mantenere un’autonomia tale da produrre film con una critica al regime piuttosto esplicita. Un messaggio di dissenso ancor più efficace se si considera che gli attori del film sono fra i maggiori interpreti del muto italiano: Irma Gramatica e Camillo Pilotto.
* Film in archivio: “The Guerilla”, p. 26.
“The Guerrilla” è un film girato da Griffith nel primo anno della sua permanenza alla Biograph (1908). Dopo una breve introduzione che ne individua gli aspetti più significativi dal punto di vista linguistico, vengono descritte ed illustrate le quarantaquattro inquadrature che lo compongono.