N. 7 (1984): Immagine n.7 (Prima Serie)
* Riccardo Redi, Karl Marbe e la “teoria delle proiezioni cinematografiche”, p. 1.
Karl Marbe fu uno dei primi teorici del cinema. Professore e direttore di psicologia a Würzburg, Marbe intraprese studi sulla percezione durante la proiezione cinematografica; la sua più importante considerazione, e cioè che non c’è differenza fra la percezione dei moti apparenti e quella dei moti reali, è contenuta nel suo scritto, “Theorie der Kinematographischen Projektionen” (1910).
* Casanova, “période vénitienne”, a cura di Carlo Montanaro, p. 7.
Negli Archivi Comunali di Venezia è stato ritrovato il copione del “periodo veneziano” del “Casanova” (1926) di Volkoff, opera di cui precedentemente si aveva notizia solo attraverso testimonianze della stampa dell’epoca. Viene qui riprodotta una parte della sceneggiatura.
* Cesare Beau, Stanotte si gira, p. 14.
Vengono descritte le riprese del film “Casanova” (1926) di Volkoff sull’isola di S. Giorgio nella laguna veneziana. Autore dell’articolo, pubblicato nel 1926, è Cesare Beau, direttore del mensile di teatro e lirica “Il Loggione”, convinto detrattore del cinema, demonizzato come quintessenza della commercializzazione dell’arte e come malattia corruttrice degli attori teatrali.
* “Il Trovatore” della Pineschi, p. 16.
Tratto da “La rivista Fono-cinematografica e Café-Chantant” del settembre 1908, l’articolo presenta il primo esperimento di spettacolo cinematografico completo: “Il Trovatore”. Presentato dalla società italiana Pineschi, l’evento viene salutato come un passo fondamentale nell’evoluzione del cinema, e come un utile mezzo di diffusione del teatro che diventa fruibile da tutti, ovunque.
* Vittorio Martinelli, Oriundi con riserva, p. 18.
Il saggio è dedicato a due personaggi che ebbero il loro periodo d’oro tra gli anni ’10 e ’20, in occasione del successo strepitoso di cui godettero i serials detti “cliffhangers”. Si tratta di Edward Wyman e Sylvester Menzetti, in arte, rispettivamente, Eddie Polo e Richard Talmadge. Acrobatici e spericolati, dal circo approdarono al cinema entusiasmando le platee di mezzo mondo.
* Vittorio Martinelli, “Histoire d’un Pierrot”, p. 23.
“Histoire d’un Pierrot” (1913) di Baldassarre Negroni è un film interessante soprattutto per due ragioni: da un lato per la sua forte componente teatrale, dall’altro per il fatto di costituire un esempio del trattamento del divismo (interpreti sono la Bertini, la Gys ed Emilio Ghione), alternativo rispetto a quello che caratterizzava la produzione cinematografica italiana di quel periodo.
* Rira Maioli, Le prime proiezioni in Italia: Ravenna, p. 27.
La prima proiezione cinematografica a Ravenna risale al 1900 e fu organizzata in un padiglione ambulante usando l’apparecchio dei fratelli Lumière. Nonostante l’entusiasmo e la meraviglia con cui il pubblico accolse l’evento, l’apertura del primo locale cinematografico avvenne solo otto anni dopo, ad opera di Giuseppe del Bianco.