N. 9 (1985): Immagine n.9 (Prima Serie)
* Ermanno Comuzio, Storie italiane e francesi, p. 1.
Ermanno Comuzio riferisce della conferenza dal titolo “Cinema e storiografia in Europa” tenutasi a Reggio Emilia nel gennaio 1985. Oggetto di discussione sono stati fondamentalmente lo statuto dello storico di cinema, la situazione delle singole realtà nazionali (Italia, Francia, Inghilterra e Jugoslavia), i concetti portanti della storia del cinema, il campo di indagine di questa disciplina e il suo rapporto con la teoria.
* La “Passione” Pathè, a cura di Emmanuelle Toulet, p. 4.
Si tratta della pubblicazione della sceneggiatura della terza versione de “La vie de Notre Seigneur Jésus-Christ”, datata 1913, che comprende quattro parti. Delle tre sceneggiature depositate nel 1913 presso la Bibliothèque Nationale, quella qui riprodotta è la più completa, la più dettagliata e la più ricca di informazioni di carattere tecnico, quasi sicuramente scritta posteriormente alla realizzazione del film.
* Paolo Cherchi Usai, L’Itala Films di fronte alla censura, p. 16.
Attraverso le difficoltà incontrate per l’approvazione da parte della censura di una serie di film prodotti dall’Itala Film, fra i quali “Maciste alpino” di Giovanni Pastrone, Paolo Cherchi Usai ricostruisce i rapporti tra la società torinese e gli uffici di censura. Il controllo di quest’ultima risulta molto più severo e intransigente nel biennio ‘15-’17, durante il quale l’adesione alla guerra rendeva indispensabile una moralizzazione dei film e una grande attenzione alla salvaguardia della reputazione del paese e dei suoi abitanti.
* Vittorio Martinelli, Il “Giuda” di Febo Mari, p. 21.
In occasione del suo ritrovamento presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, viene pubblicato il testo autografo del “Giuda” di Febo Mari che l’autore scrisse, sceneggiò, diresse, produsse ed interpretò tra il 1918 e il 1919. Il film, osteggiato nella sua circolazione dalla censura, fu un fallimento economico, per riprendersi dal quale Mari curò nel 1932 una nuova versione sonorizzata del film, che non ottenne però maggior successo.
* Cladio Camerini, Colori artificiali, p. 25.
Claudio Camerini prende in esame il fenomeno della colorazione computerizzata dei vecchi film in bianco e nero anni ’30 e ’40, descrivendone il procedimento, la destinazione commerciale, e riportando le reazioni negative espresse da registi, operatori, tecnici e distributori, che denunciano l’assurdità di un procedimento che porta ad una falsificazione dell’opera e alla negazione della dignità autoriale.