Leonardo Sciascia and Elio Petri’s “Todo Modo”. Intersemiotic Uses of Dante during the Anni di Piombo
Abstract
English
Literary and cinematic adaptations of Dante’s Divine Comedy have been a fundamental aspect of the 20th century cultural milieu, both in Italy and abroad. This contribution focuses on the ways in which Dante and his ouvre have been used as a tool for political and social commentary in the Italian 70s, commonly referred to as the “Anni di Piombo”. More specifically, this paper examines and contrasts Leonardo Sciascia’s 180
novel Todo modo (1974) and its cinematic adaptation by Elio Petri (1976). The story carries a highly political tone and unfolds within a hermitage where prominent political figures of the time engage in spiritual exercises over a weekend. Observed by an unnamed painter, the narrative takes a dramatic turn when successive murders begin to occur, targeting the participants of the spiritual activities. Sciascia and Petri create a microcosm within the hermitage that reflects the intertwining of the political class, the Church, and the atmosphere of tension prevalent in society during those years. Studies on adaptation, including those by Linda Hutcheon, allow to explore the points of convergence and divergence in how Sciascia and Petri conceptualized the narrative and cinematic space of the hermitage, likening it to Dante’s Inferno.
Through an intersemiotic analysis of the two, this contribution maps out both the passages of the novel in which Dante’s influence intertwined with its political themes and how Dante’s presence has informed Petri’s cinematic rendition.
Leonardo Sciascia and Elio Petri’s “Todo Modo”: Intersemiotic Uses of Dante during the ‘Anni di Piombo’
Italiano
Le trasposizioni letterarie e cinematografi che della Commedia di Dante sono state un aspetto fondamentale del panorama culturale del xx secolo, sia in Italia che all’estero.
Questo contributo si concentra sui modi in cui Dante e la sua opera sono stati utilizzati come strumento per il commento politico e sociale negli anni ‘70 italiani, comunemente noti come gli ‘Anni di Piombo’. In particolare, questo saggio esamina e mette a confronto il romanzo Todo modo (1974) di Leonardo Sciascia e la sua trasposizione cinematografica ad opera di Elio Petri (1976). La storia ha un tono fortemente politico e si sviluppa all’interno di un eremo dove fi gure politiche di spicco dell’epoca si dedicano a esercizi spirituali durante un weekend. Osservati da un pittore senza nome, la narrazione prende una svolta drammatica quando iniziano a verificarsi omicidi, mirati ai partecipanti alle attività spirituali. Sciascia e Petri creano un microcosmo all’interno dell’eremo che riflette l’intreccio tra la classe politica, la Chiesa e l’atmosfera di tensione prevalente nella società di quegli anni. Gli studi sull’adattamento, compresi quelli di Linda Hutcheon, consentono di esplorare i punti di convergenza e divergenza nella concezione narrativa e cinematografica dell’eremo da parte di Sciascia e Petri, paragonandolo all’Inferno di Dante. Attraverso un’analisi
intersemiotica delle due opere, questo contributo traccia sia i passaggi del romanzo in cui l’influenza di Dante si intreccia con i temi politici, sia come la presenza di Dante ha ispirato la rappresentazione cinematografica di Petri.