Stella Maris. Luigi Rizzo, eroe-divo

Abstract

ITA

Il corpo degli eroi della Grande Guerra è conosciuto dal grande pubblico italiano soprattutto per mezzo di decine di immagini fotografiche e illustrazioni pubblicate nelle riviste nazionali d’epoca a grande tiratura. Il cinema non ha fatto che rafforzare l’immagine dei grandi personaggi della guerra – il re, D’Annunzio, Baracca, il Duca d’Aosta, Cadorna, Diaz… – proponendone i volti in brevi sequenze incluse nei cinegiornali e nei documentari di propaganda. Il caso di Luigi Rizzo, su cui ci si concentrerà a partire da molteplici documenti d’archivio indagati per illustrare un ventaglio ampio di strategie di costruzione divistica, è diverso. L’“Affondatore” ha interpretato se stesso in un film – Eroi del mare nostro (1923) – che è uno dei primi importanti esempi di docu-fiction del cinema italiano, un testo ibrido che integra immagini eccezionali non-fiction della sua impresa più eroica con una recitazione che rilancia abilmente l’immagine mediatica di Rizzo, con l’esito di contribuire a proiettarlo con alterne vicende nell’agone politico e civile di regime.

ENG

The corpus of the heroes of the Great War is known to the Italian public above all through dozens of photographic images and illustrations published in the large circulation national magazines of the time. The cinema merely reinforced the image of the great characters of the war – the king, D’Annunzio, Baracca, the Duke of Aosta, Cadorna, Diaz… – proposing their faces in short sequences included in newsreels and propaganda documentaries. The case of Luigi Rizzo is different. The essay focuses on it starting from multiple archival documents investigated to illustrate a significant range of stardom construction strategies. The “Sinker” plays himself in a film – Eroi del mare nostro [Heroes of our Sea] (1923) – which is one of the first important examples of docu-fiction in Italian cinema, a hybrid text that integrates exceptional non-fiction images of his most heroic undertaking with acting that skillfully relaunches Rizzo’s media image, with the result of helping project him alternately in the political and civil arena of the fascist era.