Intraducibilità e ipertraducibilità della Divina Commedia.
Volti e Danti nel cinema contemporaneo
Abstract
Italiano
Tesi dell’articolo è che la Divina Commedia al cinema si riveli al contempo intraducibile e ipertraducibile. L’esplorazione indugia sul volto come luogo peculiare di ecfrasi dantesca nel cinema, attraverso l’analisi di Dante’s Inferno (Sean Meredith, 2007), in cui la messinscena è affidata a marionette impegnate in un pellegrinaggio metafisico nei sobborghi statunitensi, e The Temptation of St. Tony (Veiko Õunpuu, 2009), che rappresenta la Commedia come un allucinato, infernale viaggio baltico.
English
The thesis of the article is that the Divine Comedy in cinema proves simultaneously untranslatable and hypertranslatable. The exploration focuses on the face as a peculiar site of Dantean ekphrasis in cinema, through the analysis of Dante’s Inferno (Sean Meredith, 2007), where the mise-en-scène is entrusted to puppets engaged in a metaphysical pilgrimage in the suburbs of the United States, and The Temptation of
St. Tony (Veiko Õunpuu, 2009), which represents the Comedy as a hallucinatory, infernal Baltic journey.