Formato famiglia. Angelo Donelli, il Marchiondi e il cinema nella sfida educativa
Parole chiave:
Angelo Donelli, Istituto Marchiondi Spagliardi, film di famigliaAbstract
ITA
Attraverso l’analisi dei film di famiglia di Angelo Donelli (1922-2011) – neuropsichiatra infantile, Direttore dell’Istituto Marchiondi Spagliardi di Milano, un Istituto educativo e di assistenza che accoglieva ragazzi in condizioni di disagio psico-sociale – il saggio affronta il caso singolare di una produzione che incrocia storia privata e collettiva, testimoniando un sentimento del mondo come comunità. Il Marchiondi, con la sua architettura modernista, è la cornice e l’orizzonte, non solo il set di molti di questi film.
Sorta di documento di una famiglia allargata che accoglie al suo interno ragazzi senza famiglia, il cinema di Donelli sembra osservare e dare forma a un esperimento educativo: le immagini non si limitano a testimoniare le attività coi ragazzi, (le vacanze in campeggio, le feste, le gare sportive) ma definiscono un ‘inserimento’: la letterale entrata nel ‘formato famiglia’. I ragazzi dell’istituto irrompono nella vita della famiglia Donelli e nelle immagini, imponendosi allo sguardo e all’attenzione; la loro entrata in campo è qualcosa di più di una gioiosa incursione o di un desiderio infantile di protagonismo: è il voler essere parte di uno sguardo e di un riconoscimento, cui l’immagine dà forma.
Traccia storica, prima ancora che memoria privata, tanto di un luogo esemplare come il Marchiondi, quanto delle forme di un’azione educativa d’avanguardia, i film di Donelli venivano proiettati regolarmente in Istituto, in una sorta di rito di riconoscimento che completa l’agency tanto cognitiva quanto affettiva e sociale di questi singolari film di famiglia.
ENG
Angelo Donelli, the Marchiondi institute and cinema in the educational challenge
Through an analysis of the home movie collection of Angelo Donelli (1922-2011) – a children neuropsychiatrist, Director of the Marchiondi Spagliardi Institute in Milan, an educational and assistance institute that took in children in psycho-social distress – the essay deals with the singular case of a production that crosses private and collective history. Indeed, the images testify to a feeling towards the world as a community, of which the Marchiondi, with its modernist architecture, is the frame and the horizon.
A type of document of an extended family that welcomes children without a family, Donelli’s cinema seems to observe and give shape to an educational experiment; the images are not limited to witnessing activities with children (camping vacations, parties, sports competitions), but define an ‘insertion’, a literal entrance into the ‘family format’. The children of the institute burst into the images and the Donelli family life, imposing themselves on the viewer’s gaze and demanding more-than-visual attention. Their entrance into the visual range is more than a joyful incursion or a childish desire for protagonism; it is the desire to be part of a recognition process, to which the image gives form.
A historical trace, even before being a private memory, both of an exemplary place such as the Marchiondi, as well as of an avant-garde educational method, Donelli’s films were regularly screened at the Institute, in a sort of rite of recognition that completes their cognitive, affective and social agency.