Vedere e sapere. Esperienze di didattica con il formato ridotto, dalla scuola all’archivio e viceversa
Parole chiave:
archivio Superottimisti, didattica e film amatoriali, cinema come medium per analizzare il realeAbstract
ITA
Nella sua lunga storia il formato ridotto è entrato più volte nelle scuole. Intento del saggio è recuperare il filo del dibattito sulla pedagogia del cinema attraverso il formato ridotto, mettendo a confronto le varie esperienze di visione e di produzione, analizzando alcuni fondi archivistici, esplorando un metodo educativo che parte dagli archivi di film di famiglia, in particolare analizzando il patrimonio e l’esperienza dell’archivio Superottimisti.
Oggi la didattica del cinema vive, nel contesto nazionale, una nuova ondata, e molte energie stanno confluendo anche nel recupero di una memoria visiva che, seppure considerata minore, trova proprio nella dimensione intima del film amatoriale e nell’archivio stesso una grande potenzialità educativa, culturale e didattica. A partire da una ricognizione del patrimonio di film amatoriali prodotti e utilizzati nella scuola e la descrizione di alcuni fondi conservati dall’archivio torinese, il saggio si sviluppa analizzando casi studio di laboratori che intendono fornire alle nuove generazioni di studenti le competenze per leggere la complessità del reale, presente e passato, mettendo in pratica gli strumenti tipici del linguaggio audiovisivo attraverso il riuso creativo del materiale d’archivio.
ENG
In its long history, the amateur cinema has entered several times into the classrooms. The aim of this essay is to recover the thread of the debate on film pedagogy through amateur cinema, comparing the various point of views and the production experiences, analysing some film collections, exploring an educational method that starts from home movies archives. in particular by analysing the patrimony and experience of the Superottimisti archive.
Today, film didactics is experiencing a ‘new wave’ in the national context, and many energies are also flowing into the recovery of a visual memory that, although considered minor, finds into the intimate dimension of amateur films, and in the archive itself, an educational, cultural and didactic potential. Starting from a mapping of the amateur films produced and used in the school and the description of some collections preserved in the Turin archive, the essay introduces case studies of workshops that aim to provide skills for the new generations of students to read the complexity of reality, present and past, by making audiovisuals through the creative re-use of archive materials.