Introduzione
Parole chiave:
formato ridotto in ambito domestico, cinema amatoriale, formati 9,5mm, formato 16mmAbstract
ITA
All’inizio degli anni Venti, cominciano a diffondersi i primi dispositivi del cinema in formato ridotto in ambito domestico. Da quel momento, si delinea progressivamente una parabola di esperienze e usi sociali estremamente diversificati che, passando per un periodo di convivenza e ibridazione con il video analogico, arriva all’incirca alla fine degli anni Ottanta: di fatto, un secolo breve di storie e pratiche non ancora pienamente studiate e classificate in modo sincretico e trasversale. Con l’obiettivo di aggiornare l’indagine storica sul cinema amatoriale alla luce del centenario dei formati 9,5mm (Pathé-Baby nel 1922) e 16mm (Eastman Kodak nel 1923), questo dossier si propone di illustrare lo stato dell’arte degli studi sulle nuove fonti archivistiche, i metodi e gli strumenti di ricerca in campo, focalizzando il caso italiano. Rientrano nella selezione che proponiamo analisi e prospettive di ricerca riguardanti il cinema in formato ridotto tanto come dispositivo di registrazione e trasmissione delle memorie personali e familiari, quanto come mezzo a basso costo a disposizione di singoli e gruppi per molteplici finalità produttive ed espressive in diversi ambiti (parrocchie, centri educativi, cineclub ecc.). Assumendo chiavi di lettura spesso originali e inedite (transculturalità, geografia emozionale, climatologia culturale, archeologia dei media, teoria della performatività), emerge con forza come il cinema amatoriale si configuri, in modo più ampio, come medium della cultura popolare e oggi, grazie soprattutto al lavoro degli artisti e degli archivi, potente strumento a uso delle comunità locali e della società nazionale per confrontarsi con la propria eredità storica.
ENG
At the beginning of the 1920s, the first small-gauge cinema devices began to spread domestically. From that moment on, a parabola of extremely diversified experiences and social uses gradually emerged. Passing through a period of cohabitation and hybridisation with analogue video, this phenomenon arrived approximately the end of the 1980s. However, such a ‘short twentieth century’ full of stories and practices has not yet been adequately studied and investigated syncretically and transversally. To update the historical investigation on amateur cinema considering the centenary of the 9.5mm (Pathé-Baby in 1922) and 16mm (Eastman Kodak in 1923) formats, this dossier aims to outline the state of the art on new archival sources, methods and research tools in the field, with a specific focus on the Italian case. The selection we are proposing includes analyses and research perspectives on small-gauge cinema both as a device for recording and transmitting personal and family memories, and as a low-cost medium available to individuals and groups for multiple production and expressive purposes in different contexts (parishes, educational centres, film clubs, etc.). Taking on often original and unprecedented interpretations (transculturality, emotional geography, cultural climatology, media archaeology, performativity theory), it emerges forcefully how amateur cinema is configured, in a broader sense, as a medium of popular culture and today, thanks above all to the work of artists and archives, a powerful tool for local and national communities to confront their historical heritage.