Sindacati cinematografici italiani e majors nel dopoguerra, tra pratica del conflitto e tendenze neocorporativiste
Parole chiave:
Major hollywoodiane, sindacati cinematografici, Quo Vadis, Ben Hur, lavoro nell’industria cinematograficaAbstract
ITA
Il saggio indaga le relazioni tra sindacati cinematografici italiani e majors americane nel secondo dopoguerra, mettendo in luce come l’afflusso di capitali statunitensi trasformi le pratiche di contrattazione, le politiche del lavoro e gli equilibri ideologici nel settore. Attraverso l’analisi di tappe e casi emblematici, come Quo Vadis (Mervyn LeRoy, 1951) e Ben Hur (William Wyler, 1959), l’articolo mostra come le pressioni statunitensi favoriscano la frantumazione del fronte unitario dei lavoratori del cinema e l’affermarsi di modelli neocorporativi, nei quali le sigle “libere” mediano tra collaborazione e conflitto. L’industria del cinema italiano si configura, in tale ottica, come un laboratorio privilegiato per osservare l’intreccio tra diplomazia culturale, politiche industriali e trasformazioni del sindacalismo nel contesto della guerra fredda.
ENG
The essay examines the relationships between Italian film unions and American majors in the postwar period, highlighting how the influx of U.S. capital transforms bargaining practices, labor policies, and ideological balances within the industry. Through the analysis of key moments and emblematic cases such as Quo Vadis (Mervyn LeRoy, 1951) and Ben Hur (William Wyler, 1959), the article shows how U.S. pressures contribute to the fragmentation of the film workers’ united front and to the emergence of neocorporatist models in which the “free” unions mediate between collaboration and conflict. In this perspective, the Italian film industry emerges as a privileged laboratory for observing the interplay between cultural diplomacy, industrial policy, and transformations of labor unionism in the context of the Cold War.