Il paesaggio di “La Montagne infidèle” di Jean Epstein

dal reportage alla teoria del cinema

Autori

  • Stefano Branca Autore
  • Simona Busni Autore
  • Laura Vichi Autore

Parole chiave:

Jean Epstein, cinema di Jean Epstein, Teoria del cinema, La Montagne infidèle, Le Cinématographe vu de l’Etna, L’Intelligence d’une machine

Abstract

ITA

La Montagne infidèle (1923) di Jean Epstein è un film ‘mitico’: considerato a lungo perduto, ritrovato in formato ridotto, restaurato dalla Filmoteca de Catalunya e presentato alle Giornate del Cinema Muto nel 2022, ha alimentato per molti anni l’immaginario di appassionati e studiosi a causa del famosissimo testo Le Cinématographe vu de l’Etna (1926), originato dall’occasione di girare un reportage dell’eruzione, assai mediatizzata, del 1923. Partendo dalle relazioni scientifiche dell’evento e confrontandole con i materiali filmici, il testo prende in esame il film di Epstein incrociando le prospettive della rappresentazione delle catastrofi , del paesaggio e delle relative riflessioni coeve. Analizza quindi la nozione di paesaggio negli scritti del cineasta e si conclude sul fi lm, che solo in parte assolve alla sua funzione di reportage e che, concentrandosi sugli elementi naturali e sulla trasformazione della materia come processo reso visibile da quell’occasione eccezionale, costituisce un varco teorico, da un lato, verso quello che sarà, oltre vent’anni dopo, il pensiero di Epstein sul rapporto tra cinema e mondo, così come viene espresso, in particolare, in L’Intelligence d’une machine (1946), dall’altro, apre a una riflessione che si ricongiunge con le posizioni più attuali legate all’antropocene e alle teorie del paesaggio.

ENG

The Landscape of Jean Epstein’s “La Montagne Infidèle”: From Reportage to Film Theory Jean Epstein’s La Montagne infidèle (1923) is a ‘mythical’ film: long considered lost, it was rediscovered in a small format, restored by the Filmoteca de Catalunya and presented at the Giornate del Cinema Muto in 2022. For many years it fuelled the imagination of film scholars because of the famous text Le Cinématographe vu de l’Etna (1926), which originated from the opportunity to shoot a reportage of the highly mediatised eruption of 1923. Starting from the scientific reports of the event and comparing them with the filmic materials, the text examines Epstein’s film by considering the perspectives of the representation of catastrophes, landscape and related contemporary reflections. It then analyses the notion of landscape in the filmmaker’s writings and concludes on the film, which only partly fulfils its function of reportage and which, by focusing on the natural elements and the transformation of matter as a process made visible by that exceptional occasion, constitutes a theoretical gateway, on the one hand towards what will be, more than twenty years
later, Epstein’s thinking on the relationship between cinema and the world, as expressed, in particular, in L’Intelligence d’une machine (1946), on the other hand, it opens up a refl ection that reconnects with the most current positions related to the anthropocene and theories of landscape.

Biografie autore

  • Stefano Branca

    Stefano Branca è ricercatore e direttore dell’Osservatorio Etneo di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofi sica e Vulcanologia (INGV). Autore di un centinaio di pubblicazioni su e di varie carte geologiche, si occupa inoltre di storia della vulcanologia, ambito in cui ha pubblicato Terre di fuoco (Alinari, 2005), Fotografi a storica alla luce del vulcano (Le Nove Muse, 2010), Le eruzioni dell’Etna nell’opera di Orazio Silvestri, Il disegno delle eruzioni storiche dell’Etna: percorsi iconografi ci dal XVI secolo ad oggi (Caracol 2013 e 2015), Etna 1971 tra storia e Vulcanologi (INGV 2023).

    ENG

    Stefano Branca is a researcher and head of the Osservatorio Etneo di Catania of the Istituto Nazionale di Geofi sica e Vulcanologia (INGV). Author of about a hundred publications on and some geological maps, he also studies the history of volcanology, a fi eld in which he has published Terre di fuoco (Alinari, 2005), Fotografi a storica alla luce del vulcano (Le Nove Muse, 2010), Le eruzioni dell’Etna nell’opera di Orazio Silvestri, Il disegno delle eruzioni storiche dell’Etna: percorsi iconografi ci dal XVI secolo ad oggi (Caracol 2013 e 2015), Etna 1971 tra storia e Vulcanologi (INGV 2023).

  • Simona Busni

    Simona Busni è ricercatrice all’Università di Catania, dove insegna e svolge il ruolo di Responsabile di unità di ricerca per il PRIN 2022 PNRR Catastrophes of Southern Italy. 
    Photogénie and Remediation of Natural Disasters (CAOS). Fa parte delle redazioni di “L’avventura”,  “Fata Morgana” e “Fata Morgana Web”. Oltre a numerosi saggi per riviste e in volumi collettanei, ha  pubblicato due monografie per Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, La voce delle donne. Le  sconosciute del melodramma, da Galatea a Lucia Bosè (2018) e Michelangelo Antonioni. L’alienista  scettico (2019), e una per Edizioni Estemporanee - Infinito Edizioni, Tre regine per una corona.  “The Crown” e la nuova era del ‘royal biopic’ (2024).

    ENG

    Simona Busni is a researcher at the University of Catania, where she teaches and is Research Unit Leader for the prin 2022 pnrr Catastrophes of Southern Italy. Photogénie and Remediation of Natural Disasters (CAOS). He is on the editorial boards of “L’avventura”, “Fata Morgana” and “Fata Morgana Web”. In addition to many essays for journals and collected volumes, he has published two monographs for
    Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, La voce delle donne. Le sconosciute del melodramma, da Galatea a Lucia Bosè (2018) e Michelangelo Antonioni. L’alienista scettico (2019), and another one for Edizioni Estemporanee - Infinito Edizioni, Tre regine per una corona. “The Crown” e la nuova era del ‘royal biopic’ (2024). 

     

  • Laura Vichi

    Laura Vichi insegna Storia del cinema presso organismi e istituzioni francesi e dirige L’Usine aux Images per l’educazione e la sensibilizzazione al patrimonio cinematografi co. È autrice di Henri Storck (Yellow Now, 2002), Jean Epstein (Il Castoro, 2003), De la photogénie du réel à la théorie d’un cinéma au-delà du réel. L’archipel Jean Epstein (con C. Tognolotti, Kaplan, 2020) e di saggi recenti pubblicati in volumi collettanei e su riviste internazionali. Ha curato inoltre, con M. Patanè, Il cinema(tografo) visto dall’Etna. Jean Epstein e l’eruzione del 1923 (Fondazione Morgagni, 2023).

    ENG

    Laura Vichi teaches film history at French organisations and institutions and directs L’Usine aux Images for film heritage education. She is the author of Henri Storck (Yellow Now, 2002), Jean Epstein (Il Castoro, 2003), De la photogénie du réel à la théorie d’un cinéma au-delà du réel. L’archipel Jean Epstein (with C. Tognolotti, Kaplan, 2020) and essays published in collective volumes and international journals.
    She edited also, with M. Patanè, Il cinema(tografo) visto dall’Etna. Jean Epstein e l’eruzione del 1923 (Fondazione Morgagni, 2023).

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Pubblicato

2025-01-10

Fascicolo

Sezione

Articles

Come citare

Il paesaggio di “La Montagne infidèle” di Jean Epstein: dal reportage alla teoria del cinema. (2025). Immagine. Note Di Storia Del Cinema, 27, 219-244. https://rivistaimmagine.org/index.php/airsc/article/view/Il-paesaggio-di-La-Montagne-infidEle-di-Jean-Epstein

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