The Competent Welshman in “The Flying Scotsman” (1929)
Ray Milland in (Semi-) Silent British Cinema
Parole chiave:
The Flying Scotsman, Ray Milland, Silent British CinemaAbstract
ITA
In una carriera durata sette decenni, il gallese Ray Milland (1907-1986) si è dimostrato un attore estremamente capace sia nel cinema britannico che in quello hollywoodiano, adattandosi senza sforzo a qualsiasi ruolo o genere assegnatogli. Come protagonista alla Paramount per 21 anni, Milland ha lavorato in coppia con alcune delle più grandi star femminili dell’epoca, tra cui Marlene Dietrich e Ginger Rogers, raggiungendo il successo grazie all’interpretazione dello scrittore alcolizzato di Giorni perduti (1946) di Billy Wilder, ruolo per il quale ha conquistato l’Oscar come il miglior attore protagonista. Nonostante le sue radici gallesi, il suo accento transatlantico ha fatto sì che – al suo trasferimento ad Hollywood durante i primi anni Trenta – Milland venisse facilmente etichettato. Spesso impiegato in ruoli che sono la quintessenza del gentiluomo dell’alta società inglese, ha interpretato ruoli regali e nobili con manière impeccabili, ponendosi in contrasto con figure maschili di americani più brutali e desiderabili, preferiti da quelle ragazze che trovavano il suo carattere solido ma noioso. Tuttavia, quando la carriera di Milland iniziò in Gran Bretagna nel 1929, fu scelto come esempio di robusta mascolinità: un marinaio in The Lady from the Sea e un ingegnere di treni a vapore in The Flying Scotsman. Ciò che è particolarmente affascinante di quest’ultimo ruolo è che, mentre metà del film è muto, permettendoci quindi di concentrarci sulla sua performance fisica, l’ultima parte include il sonoro e Milland, invece delle eleganti e aristocratiche intonazioni vocali per le quali divenne famoso a Hollywood, si avvale dell’accento cockney, proprio della classe operaia, in modo da essere “connesso” al lavoro e agli uomini intorno a lui. Il presente lavoro affronta questo film importante ma a lungo trascurato, concentrandosi sulla performance di Milland attraverso le sfumature del silenzio e del suono.
ENG
In a career spanning seven decades, Welsh-born Ray Milland (1907-1986) proved himself an extremely competent actor in both British and Hollywood cinema, effortlessly adapting to whatever role or genre he was assigned. As a leading man at Paramount for 21 years, Milland was paired with some of the era’s biggest female stars, including Marlene Dietrich and Ginger Rogers, but came into his own as an alcoholic writer in Billy Wilder’s The Lost Weekend (1946) which won him the Best Actor Oscar. Despite his Welsh roots, Milland’s transatlantic accent made him easily typecast in Hollywood when he relocated there in the early 1930s. Often cast as the quintessential upper-class Englishman, he played royalty and nobility with impeccable manners and was often pitted against more brutal and desirable American males who usually won the girl over his more stable, but boring, characters. Yet, when Milland’s career began in Britain in 1929, he was portrayed as an exemplar of robust masculinity: a sailor in The Lady from the Sea and a steam train engineer in The Flying Scotsman. What is particularly fascinating about the latter is that, while half the film is silent, therefore allowing us to concentrate on his physical performance, the last part includes sound in which Milland uses a working-class encoded Cockney accent to help link him to the job and the men around him, instead of the elegant and aristocratic vocal intonations he had become famous for in Hollywood. This essay, therefore, readdresses this important but long neglected film, concentrating on Milland’s performance in it through nuances of silence and sound.